Green public procurement

Il green public procurement (GPP, in italiano appalto pubblico verde o appalto verde[1] oppure acquisto verde) è l'integrazione di considerazioni di carattere ambientale nelle procedure di acquisto della pubblica amministrazione, cioè è il mezzo per poter scegliere "quei prodotti e servizi che hanno un minore, oppure un ridotto, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo" (U.S. EPA 1995). "Acquistare verde" significa quindi acquistare un bene/servizio tenendo conto degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo intero ciclo di vita.[2][3] Esso è uno dei principali strumenti adottati per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile.

La pratica del Green Public Procurement consiste nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi finalizzata da un lato a diminuire il loro impatto ambientale, e dall'altro per esercitare un “effetto traino” sul mercato dei prodotti ecologici, cioè di stimolo all'evoluzione del sistema produttivo. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), tra i beni con elevato impatto ambientale figurano gli edifici, gli alimenti, i veicoli e i prodotti che utilizzano energia.[4]

Il concetto dell'appalto verde, su scala internazionale, è stato originariamente promosso e confermato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).


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